"...se provate mai l'acqua dolce dal lago di Vrana, avete ritornato ad esso, per sicuro…"

Abitata già nel neolitico, la cittadina diventa in epoca romana RES PUBLICA CREPSA. I resti di un castelliere liburnico, di un abitato romano e di una chiesa paleocristiana sono ancora visibili sul vicino colle di S. Bartolomeo. Ma forse più di tutto stupiranno quei muretti a secco, le masiere a terrazzo con le quali in anni e anni di paziente e minuzioso lavoro l' uomo chersino è riuscito a proteggere la poca terra che la natura gli ha lasciato in eredità. I monumenti del centro storico fanno invece già parte di una cultura più evoluta. Sono degni di nota la Porta della città con la tore dell' orologio e la Loggia civica, la chiesa parrocchiale di S. Maria delle Nevi in stile gotico rinascimentale dove si conservano, tra le altre reliquie, una preziosa pietà gotica in legno del XVI sec. e una pala con S. Sebastiano di A. Vivarini. Proseguendo, e rimane impressa la funzionale semplicità dell' architettura del quartiere popolare, troveremo la chiesa romanica del XII sec. di S. Isidoro, protettore della città, che conserva una statua tardogotica del santo (XV sec.) e altre sculture in legno. Tra i palazzi dei nobili si distinque quello della famiglia Petris, un gioiello dell' architettura gotico-veneziana, casa natale del filosofo Francesco Patrizi (Frane Petric, 1521-1567), attuale sede del museo civico. Ma tutta la città è come un museo con i resti delle antiche mura, le sue porte, le sue chiese, come quella di S. Francesco con il convento dei frati, i suoi due chiostri e un altro museo che conserva dipinti, sculture, una collezione etnografica, uncunaboli, tra cui il messale glagolitico stampato a Segna nel 1493 e l'orto dei frati che risale a quello di una villa rustica romana.

Crepsa

Dalle ricerche scientifiche fatte sulle isole di Cherso e di Lussino risulta che i primi nuclei umani erano presenti già in età neolitica e forse anche sul finire di quella paleolitica.
Ciò è confermato dai numerosi reperti dell'`età della pietra: armi di osso e oggetti di ceramica propri di quel periodo. Molto significativi sono i ritrovamenti fatti nella Grande Grotta (Vela Spilja), nella parte occidentale di Ossero, e nella grotta (Jami na sredi) situata nella parte meridionale dell`isola di Cherso. Da quel periodo ad oggi queste isole sono state sempre abitate. Le costruzioni più antiche sono le fortificazioni sorte a difesa di quelle comunità che avevano abbandonato le caverne per insediarsi nei primi villaggi. A portare la cultura dei castellieri furono i preindoeuropei mediterranei e più tardi gli Illiri, che già conoscevano non solo il broznzo, ma anche il ferro; e considerando il numero dei castellieri, possiamo concludere che queste isole fossero intensamente popolate. Gli Illiri, e più precisamente la tribù dei Liburni, che popolarono tutte le isole del Quarnero, di cui anche Cherso e Lussino, furono I primi a costruire case in pietra, si distinsero come esperti navigatori e fondarono i primi abitati di Cherso e di Ossero.
Quest' ultima, grazie alla posizione favorevole, acquistò ben presto un ruolo egemone su entrambe le isole e lo mantenne a lungo. Al tempo delle lotte tra Illiri e Romani, nel II e III sec. a.C., ebbe inizio l'influenza romana in questi territori, fino alla completa dominazione avvenuta nel I sec. a. C.

Durante il periodo romano le due città, dotate di ottimi porti, acquistarono una grandissima importanza. Contemporeneamente si formarono altri centri abitati, come ad esempio Caisole (Beli). Questi nuovi abitati vennero costruiti sulle fondamenta dei castellieri illirici, come è dimostrato da Smergo (Merag), Faresina (Porozine). Lubenice, Ustrine e Vrana, tutti testimoni di popolazione dell isole in quel periodo. Poco tempo dopo la caduta dell' Impero Romano d' Occidente, le isole di Cherso e Lussino si trovarono sotto la dominazione di Bisanzio e vi rimasero per alcuni secoli. Nel VI sec.d.C. Ossero divenne sede episcopale, con giurisdizione su tutto l'arcipelago. Alla fine del VI sec.d.C. ci fu una grande migrazione dei popoli, ed in queste isole giunsero le tribù dei Croati, che si insediarono al di fuori degli abitati romani.

A differenza delle altre città dalmate, che all' arrivo dei Croati furono distrutte e incendiate, Ossero e Cherso furono risparmiate perchè si trovavano lontane dal nucleo di questa avanzata. Quando Bisanzio fu minacciata dai potenti e pericolosi Arabi, i Croati si insediarono indisturbati nelle isole diventando, in breve tempo, la popolazione più numerosa. Nell' VIII secolo l' impero bizantino divenne sempre più debole, mentre da occidente avanzavano i Franchi di Carlo Magno. La lotta tra Franchi e Croati durò dal 799 all' 806; I Croati furono sconfitti e queste isole, con Venezia, l'Istria e la Dalmazia entrarono a far parte dell' Impero di Carlo Magno; più tardi, col trattato di pace dell' 812, ritornarono sotto Bisanzio...